L’impianto elettrico di una casa è una parte importante per l’utilizzo delle apparecchiature elettriche e per il loro uso in sicurezza.
La sua realizzazione va fatta anche in funzione di una migliore fruibilità dentro le mura domestiche seguendo uno schema elettrico.
Parti fondamentali di un impianto elettrico
L’impianto elettrico di una casa si compone di molti elementi che tutti insieme permettono di fruire di illuminazione e prese di corrente, ma è indispensabile pensare alla sicurezza con un quadro generale munito di interruttori termici e differenziali. Vediamo quali sono tutti i componenti che formano un impianto elettrico casa.
Quadro generale, linee ed interruttori
Il quadro generale è la parte fondamentale e di controllo di tutto l’impianto elettrico per mezzo del quale è possibile disattivare parzialmente linee (le parti che sono collegate alle scatole di derivazione) o totalmente l’intero impianto domestico. Nel quadro generale sono alloggiati anche dispositivi di sicurezza che provvedono a scollegare automaticamente le utenze collegate in caso di problemi, questo aspetto lo tratteremo più avanti. In genere la posizione del quadro generale è verso l’ingresso dell’abitazione o lungo il corridoio, comunque facilmente accessibile. Dipendentemente dalle dimensioni dell’abitazione e dalla complessità dell’impianto sono contenuti all’interno del quadro anche interruttori che abilitano o meno il passaggio di corrente elettrica nelle varie linee.
Corrugati e canaline elettriche
L’impianto elettrico può essere realizzato sia sotto traccia in muratura che esterno.
Sia per una questione di sicurezza che di praticità i cavi non passano mai direttamente sotto il cemento, questi infatti sono alloggiati all’interno di corrugati (tubi di plastica molto flessibili disponibili in varie sezioni) incassati nelle pareti o sotto il pavimento. Simili ai corrugati invece sono le canaline, tubi sempre in plastica rigida liscia ma questa volta posizionati, attraverso dei fermi specifici, sulle pareti, a vista.
Di solito nelle abitazioni civili i più diffusi sono quasi sempre gli impianti sotto traccia, relegando quelli in canaline per piccole estensioni dovute a modiche in secondo tempo ma in particolare per quei locali di secondaria importanza come cantine, magazzini, garage, ecc dove l’aspetto estetico non conta.
Poiché il sistema sotto traccia è abbastanza invasivo occorre prevedere esattamente dove verranno ubicati punti luce e prese all’interno di ogni singola stanza. Per questo motivo meglio prevederne qualcuno in più e ben distribuiti lungo il locale qualora un giorno si decida di aggiungere mobili o di cambiarne la disposizione. È utile anche fare foto o avere dei riferimenti metrici del posizionamento dei corrugati all’interno della stanza, questo per evitare di danneggiare l’impianto con lavori futuri in caso di foratura con il trapano.
Punti luce e punti di comando
Nel progettare l’impianto elettrico si deve stabilire con esattezza di quanti punti luce disporre nel locale e la loro tipologia (a parete, a soffitto, a terra). In funzione dei punti luce dipende il numero di punti di comando (gli interruttori) di cui necessitiamo per accendere o spegnere una lampada in una stanza da diversi punti. Infatti in questo caso cambia anche la tipologia degli interruttori usati per accendere e spegnere la luce da uno, due, tre o più punti della stanza.
Punti prese
Nel progetto di un impianto si deve considerare anche la disposizione delle prese nonché la loro tipologia, va dato particolare riguardo alla posizione esatta di alcuni elettrodomestici di un certo assorbimento ma anche nel loro posizionamento. Elettrodomestici come forni elettrici, lavatrici, lavastoviglie, cappe, congelatori, ecc per l’uso di prese da 16A.
È poi utile non lesinare sul numero di prese secondarie sparse lungo il locale per evitare di ritrovarsi nell’impossibilità di utilizzare un elettrodomestico per la mancanza di una presa elettrica. In particolare con ambienti come la cucina per esempio dove si usano molti elettrodomestici, di cui alcuni fissi. Anche in bagno meglio posizionare prese nelle vicinanze di uno specchio, per esempio per un asciugacapelli o un rasoio elettrico.
Impianto elettrico bagno
Un’attenzione particolare dell’impianto va data al bagno, essendo di per sé uno dei locali più umidi della casa si devono adottare alcune precauzioni. Come si sa acqua ed energia elettrica non vanno molto d’accordo, non solo, ma il corpo umano anche parzialmente bagnato diventa un buon conduttore d’elettricità.
Il fatto di avere anche un pavimento anche solo parzialmente umido riduce l’isolamento e queste situazioni si fanno pericolose in caso di scossa elettrica. Per questo motivo occorre sempre rispettare una distanza minima di prese ed interruttori dal lavabo (60 cm) e da altre fonti d’acqua, dalla doccia per esempio è 120 cm.
Le prese elettriche poi non dovrebbero mai essere collocate ad una distanza dal pavimento inferiore a 30cm. Questo però non significa che in bagno dovete avere solo un interruttore e una presa altrimenti risulterà scomodo e poco funzionale. Per l’illuminazione va fatta anche un po’ d’attenzione, se è previsto l’uso di faretti per esempio sopra la doccia con molto vapore d’acqua bisogna sincerarsi che abbiano un grado d’isolamento IP65 o superiore.
Impianto elettrico cucina
Come il bagno la cucina è un ambiente che ha bisogno di un occhio di riguardo, principalmente per 2 motivi, il primo è che spesso si usano elettrodomestici di una certa potenza (lavastoviglie, forno elettrico, microonde, cappe aspirazione, frigorifero, robot da cucina, ecc).
Il secondo è che anch’esso in parte un ambiente umido e dove si genera un certo calore, è anche il luogo dove statisticamente avvengono più infortuni. A seconda del tipo di locale che abbiamo a disposizione inoltre occorre un’attenta disposizione delle prese per alimentare i vari elettrodomestici sottostanti che è strettamente correlato con il tipo di mobilio scelto.
Sul piano di lavoro non dovrebbero poi mai mancare un buon numero di prese elettriche per collegare i piccoli elettrodomestici che si usano più di frequente, alcuni di questi poi rimarranno sempre collegati. Come per il bagno le prese dovrebbero essere poste ad una certa distanza di almeno 60cm dal lavello e dai fuochi. Se avete un piano di lavoro abbastanza ampio e volete collocarvi un televisore (dimensioni permettendo) il consiglio è quello di posizionarlo lontano ovviamente dal lavello, ma anche dal piano cottura per evitare interferenze con i vapori generati che ne comprometterebbero la vita in poco tempo, altrimenti meglio un mobile separato. C’è da considerare che la cucina oltre ad essere un ambiente parzialmente umido si sviluppa anche un certo calore, nei fuochi e nelle vicinanze del forno elettrico.
Altri impianti
Non meno importanti sole le altre parti dell’impianto elettrico, per esempio il luogo dove verrà installato il televisore. In particolare bisogna tenere in considerazione che quel luogo va scelto con attenzione, infatti è vincolato dal fatto che in quel punto arrivi il cavo segnale dell’antenna. A meno di brevissime distanze è difficile poi scegliere in seguito una posizione diversa. Va anche considerata l’opportunità di far arrivare in quel punto anche un cavo di rete per poter collegare per esempio una smart TV che ha bisogno di un collegamento ad Internet per dare il meglio di sé. Vanno previste poi prese multiple in quanto in genere oltre alla TV ci sono anche DVD player, smart box, impianto HIFI, ecc.
Da non dimenticare poi il posizionamento del telefono fisso magari multiplo su diversi piani, videocitofoni, comandi per cancelli elettrici, che devono essere collocati in posizioni facilmente accessibili, tutto deve essere previsto secondo lo schema elettrico, non si può improvvisare, anche per evitare in seguito costi aggiuntivi.
Impianto di messa a terra
Imprescindibile per la sicurezza è la messa a terra di qualsiasi impianto elettrico.
La messa a terra è un collegamento elettrico lungo tutto l’impianto che rappresenta la via preferenziale dove l’energia elettrica si scarica verso terra in caso di problemi. In ogni presa infatti abbiamo 3 cavi: una fase (marrone), neutro (blu) e terra appunto (giallo/verde). Bisogna essere a conoscenza del fatto che una persona può prendere una scossa tra una parte sotto tensione (per esempio la parte metallica di una lavatrice) che entra accidentalmente a contatto con la fase e il pavimento.
Con la messa a terra invece si viene a creare una via preferenziale in quanto il terzo cavo, in rame, rappresenta un’alternativa di gran lunga migliore per l’elettricità rispetto al corpo umano.
La parte terminale del cavo è collegata a picchetti dispersori inseriti nel terreno. Bisogna prestare particolare attenzione specie nelle vecchie case, anche se presente, va testata comunque la sua efficacia. La messa a terra è strettamente legata all’uso dell’interruttore differenziale, infatti il loro uso congiunto è obbligatorio per legge.
Tipologie e prestazioni
Ci sono 3 livelli di prestazioni ed uso degli impianti elettrici secondo la normativa.
- Base: impianto elettrico essenziale corredato ovviamente da tutti i sistemi di sicurezza previsti.
- Standard: è il livello con un maggiore uso degli impianti elettrici con altre dotazioni presenti aggiuntive rispetto a quello base, sono previste inoltre servizi ausiliari come l’impianto del videocitofono e sistemi d’allarme.
- Domotico: è il livello più completo e hi-tech, dotazioni impiantistiche ampie ed estese ma soprattutto deve avere, per essere considerato tale, almeno 4 funzioni domotiche per esempio: controllo intelligente dei carichi (consumi elettrici e ottimizzazione), gestione della temperatura interna, controllo delle luci, controllo remoto anche di sistemi d’allarme, ecc…
Gli impianti poi possono essere realizzati in 2 modi principali:
- Radiale: come suggerisce il nome ogni linea parte sempre dallo stesso punto fino ad arrivare a destinazione, si ha un maggiore controllo dell’impianto ma è anche quello più costoso per complessità ed uso massiccio di cavi elettrici.
- Dorsale: ogni linea si aggancia ad una sola principale che viene portata lungo tutta l’abitazione.
Ci sono poi alcuni sistemi di sicurezza nell’impianto, oltre alla già cita messa a terra esistono dispositivi come l’interruttore differenziale, anche chiamato salvavita.
Questo ha il compito d’interrompere l’erogazione di energia elettrica in caso di guasto verso terra o folgorazione. Il costo si aggira sui 26,90 euro su Amazon.
Attenzione però, il salvavita non protegge dalla scossa accidentale presa tra 2 cavi scoperti.
Un altro dispositivo di sicurezza è l’interruttore magnetotermico, come suggerisce il nome interviene in modo automatico in caso di cortocircuito (effetto magnetico) sia in caso di sovraccarico (effetto termico).
Il differenziale e il magnetotermico sono disponibili sia singolarmente (riuniti sotto il pannello generale) sia sotto un unico dispositivo che implementa tutte le funzioni, in quest’ultimo caso si parla d’interruttore magnetotermico-differenziale.
In un impianto elettrico casa abbiamo poi interruttori e deviatori, per esempio per comandare l’accensione della luce. Gli interruttori interrompono l’alimentazione di una lampada in un punto, di solito la fase, ma questi possono essere anche bipolari, ovvero interrompono sia fase che neutro. Esistono poi i deviatori, hanno la capacità di deviare la corrente elettrica su 2 vie, così per esempio con 2 deviatori è possibile comandare l’accensione di una lampada da 2 punti diversi. Il deviatore può essere anche usato come singolo interruttore ma sarebbe un po’ uno spreco in denaro.
Gli impianti possono avere diverse potenze, secondo la normativa c’è una suddivisione in 2 gruppi, per abitazioni fino a 75Mq si adegua l’impianto per una potenza di 3KW, per quelli sopra tale punto di riferimento si progetta l’impianto per 6KW. Non c’è però nessun obbligo da parte dell’utente nello scegliere commercialmente dal proprio fornitore la potenza strettamente correlata al proprio impianto.
La normativa di riferimento
La normativa CEI 64-8 che fa riferimento a impianti elettrici non superiori a 1000V per la corrente alternata e 1500V per quella continua. Tutte le verifiche vanno fatte poi da personale qualificato e con il rilascio di certificazione di conformità.
Sempre la stessa norma impone una serie di caratteristiche che l’impianto deve avere, lo scollegamento dei vari differenziali tra loro, separazione tra la linea d’illuminazione e il resto dell’impianto. Prese da 10A e da 16A, con 15 prese ciascuna per singolo ramo.
I bonus per le ristrutturazioni
Sono previsti degli sgravi per chi ristruttura e quindi effettua un rifacimento dell’impianto elettrico casa, tale opera infatti è soggetta a detrazione fiscale. Il bonus ristrutturazioni è al 50% della spesa effettuata, l’importo massimo è di poco meno di 100.000 Euro per rientrare nel bonus, per cui si verrà rimborsati per quasi la metà di tale importo in 10 rate annuali. I pagamenti devono avvenire con bonifico parlante.
Il costo dell’impianto elettrico casa
Il costo effettivo dell’impianto elettrico casa varia in base a molti fattori, metri quadri della casa e quindi alla sua estensione, ma anche se la sua realizzazione è fatta sotto traccia (molto più laboriosa) o con canaline, extra come rete telefonica, televisiva, citofono, ecc. Bisogna considerare quindi il costo di tutti i componenti per la sua realizzazione e infine la manodopera, indicativamente si parla di un migliaio di euro per le piccole abitazioni.
Conclusioni
In definitiva occorre un’attenta progettazione di tutte le parti dell’impianto elettrico casa per evitare di ritrovarsi in situazioni scomode e poco fruibili. Va data una grande importanza alla sicurezza, nell’installazione e distanza di prese ed interruttori da fonti di calore e d’acqua.
Nell’impianto devono essere obbligatoriamente presenti messa a terra e interruttore differenziale per evitare folgorazioni. Con la corrente elettrica non si scherza, meglio affidarsi ad un tecnico qualificato che rilascia una documentazione riguardo la conformità dell’impianto.
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2021-04-07 17:01:36